Siamo i giovani di Salerno? O probabilmente siamo i giovani a Salerno: c’è poco da fare, ma la permanenza dei giovani nella nostra città sta calando vertiginosamente. Secondo alcune statistiche, un salernitano su quattro tra i diciannove e i trentacinque anni, non abita nella nostra città, ma vive fuori per motivi di lavoro. E la permanenza dei giovani salernitani lontano dalla città di San Matteo, si fa sempre più lunga: in molti casi, il riavvicinamento a Salerno non avviene mai più e il giovane rimane per sempre in un’altra città, dove ha trovato una sistemazione lavorativa. Dunque, i giovani di Salerno sono ormai sempre di meno, o sono tali per pochi anni: aumentano sempre di più invece, i giovani salernitani a Milano, a Torino, a Genova, a Roma, che diventano di Milano, di Torino, di Genova, di Roma. Possiamo dire che, nonostante gli sforzi che si fanno per rendere la nostra città più vivibile, i giovani scappano da Salerno, che non riesce a offrire loro la cosa basilare per la loro sussistenza e il loro futuro: il lavoro. Mi chiedo perché coloro che hanno avuto la fortuna (ormai bisogna chiamarla così) di vivere l’intera giovinezza a Salerno, continuino a essere semplici spettatori di questa fuga. Possibile che nessuno tra costoro abbia qualcosa da offrire, in termini di posti di lavoro, di sviluppo economico, a noi giovani? Ma ne siamo proprio sicuri?
A me sembra che Salerno, in realtà, non sia una città tanto povera: e lo dice una persona che si occupa di volontariato presso la Mensa dei poveri cittadina! Alla Mensa, ogni giorno mangiano oltre cento persone, ma secondo voi, quanti sono i miliardari (con l’euro diventati milionari) a Salerno? Ebbene sì, sono più di cento, parecchi di più. Possibile che costoro non possono fare nulla con i capitali a loro disposizione? Io non ci credo!
La verità è che una città non può aspettare, per creare occupazione, che arrivino fantomatici investitori chissà da dove. Dobbiamo aiutarci con le nostre stesse risorse, e finché chi detiene queste risorse non vuole liberarle per il bene della collettività, i nostri problemi aumenteranno sempre di più.
Ma dobbiamo anche diventare ‘colti’: di solito, i politici migliori, quelli che riescono a ottenere gli scopi che si prefiggono, sono quelli che si documentano nel migliore dei modi, imparando le leggi, ad esempio le procedure amministrative per l’erogazione dei fondi, e così via.
{{prodotto}}
Allora, il punto è anche questo: dobbiamo diventare colti, sapere chi dovrebbe finanziare le straordinarie idee ‘represse’ dei giovani salernitani, come le dovrebbe finanziare, quanto le dovrebbe finanziare. Sapere che quei finanziamenti non sono doni o carità, ma sono quanto ci è dovuto in seguito alle tasse che noi, o i nostri genitori per noi, pagano ogni giorno. Allora, carissimi coetanei concittadini, è il caso di vedere un po’ di tv in meno, scrivere qualche messaggio in meno su Facebook, farci un’ora di movida o di discoteca in meno, e cominciare a documentarsi, a capire cosa accade intorno a noi. Per difenderci da quanti il nostro futuro se lo spremono come un’arancia, e poi gustano un bel succo di giovani salernitani.
Diventeremo giovani di Salerno, e non solo ‘a Salerno’, quando ci interesseremo veramente del futuro nostro e dei nostri coetanei!
Michele Piastrella