Recensione: “Elles”
Voto: 7
Il marciume, la perversione, lo squallore, l’indecenza, nascosti sotto il tappeto della normalità di una famiglia o di un buon lavoro. La società parigina, e quella occidentale in genere, sono questo… Ma la presa di coscienza della verità circa il nostro mondo, può generare una reazione forte epositiva, e migliorare la vita delle persone. E’ quanto accade ad Anne (interpretata da un’ottima Juliette Binoche), esperta giornalista della nota rivista “Elle”, che realizza un’inchiesta sulla prostituzione giovanile a Parigi, intervistando due giovani escort di alto bordo; si tratta di due studentesse universitarie polacche, Charlotte e Alicja, giunte a Parigi come fuori sede per frequentare l’università; entrambe non avevano ricevuto adeguata accoglienza al loro arrivo a Parigi (ad esempio, non avevano goduto di alcun aiuto per rintracciare un alloggio poco costoso) e avevano grossi problemi a mantenersi gli studi; entrambe hanno iniziato a prostituirsi. Anne le intervista separatamente, entrando nei particolari della loro “professione”, e giungendo a conoscere un sottobosco assolutamente squallido, fatto di uomini quasi sempre sposati e facoltosi che, delusi o insoddisfatti dalla vita, sfogano le proprie frustrazioni nei rapporti a pagamento, conditi da allucinanti e perverse pratiche sessuali, con le due ragazze polacche. La giornalista Anne finisce con il fondersi, poco alla volta, con la donna Anne, frustrata a sua volta da un matrimonio fatto di silenzi, privo di amore e che le propone solo continui sacrifici per i due figli. Anne comincia a sentirsi sempre più coinvolta dalle storie che ascolta, in origine così distanti dalla sua vita. E comincia a ‘cambiare’….
Nel complesso, la prima parte, per quanto interessante, da un punto di vista giornalistico, come inchiesta vera e propria (effettivamente c’è un grosso giro di escort polacche a Parigi), è un pochino troppo schematica e scarna, nonostante le forti e violente scene di sesso; non c’è un grande approfondimento dei personaggi narrati; nella seconda parte il film cambia, e si concentra molto di più sulla giornalista, cercando di analizzare i suoi stati d’animo e quelli della sua famiglia. Anche la seconda parte, tuttavia, poteva essere un po’ più articolata e creativa. Ad ogni modo, si tratta di una buona pellicola.