La scrittura è una passione meravigliosa e avvolgente, che consente di esprimere, attraverso penna e foglio, oppure tastiera e schermo, idee, emozioni, cultura, punti di vista che si vuole raggiungano altre persone. Molti italiani, in particolare molti giovani, sono seguaci di questa passione, e scrivono saggi, romanzi, raccolte di poesie e quant’altro in forma di manoscritto, sperando di poter pubblicare il proprio lavoro. Ma, ahimè, tale speranza nella maggioranza dei casi viene tradita, e i manoscritti finiscono col rimanere chiusi nel cassetto. Tante, straordinarie storie, tanti interessantissimi saggi che vengono scritti in Italia non saranno mai letti da nessuno. Perché? Cosa bisogna fare per farsi pubblicare da una casa editrice una propria opera? A queste domande cerca di rispondere ( e lo fa in maniera splendidamente esauriente), il saggio di un’autrice salernitana, Amalia Maria Amendola.
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Il volume, intitolato “Come presentare una proposta editoriale – trucchi e consigli per farsi pubblicare”, edito da Bel-Ami, spiega quanto sia importante inviare non soltanto il manoscritto a una o più case editrici, ma una vera e propria proposta editoriale, corredata di Lettera di presentazione, sintesi e riassunto del testo, indice dettagliato, target di lettori di riferimento, schede di opere affini, biografia dell’autore, eventuali illustrazioni, infine o l’intero testo, oppure uno o più capitoli campione. La Amendola , inoltre, scandaglia il mercato delle case editrici italiane, segnalando le case editrici virtuose, quelle, cioè, che tendenzialmente pubblicano testi di buona qualità e li distribuiscono egregiamente. In molti casi, infatti, si può incappare in una casa editrice che non legge neanche il manoscritto, oppure lo legge e non dà neanche risposta, oppure fa attendere tempi biblici per una risposta negativa, oppure decide di pubblicarlo, ma, per farlo, vi fa pagare un congruo contributo. Ci sono, invece, sparse sul territorio nazionale varie case editrici virtuose, molte delle quali di medio – piccole dimensioni, e, accanto ad esse, diversi servizi interessanti per gli aspiranti scrittori: ad esempio le agenzie letterarie, che leggono i manoscritti e propongono i più meritevoli alle case editrici, e contemporaneamente offrono recensioni specializzate agli autori, tutelandone i diritti nei confronti delle case editrici. Al termine del volume di Amalia Maria Amendola vi è un’appendice che segnala quaranta editori, consigliati dall’autrice stessa. Ma, probabilmente, la parte più interessante e riuscita del volume è la descrizione dei modi per scrivere una buona proposta editoriale, da presentare alle case editrici, valorizzando il proprio lavoro e rendendolo accattivante agli occhi dell’editore. Una serie di strategie interessanti sono elencate nel libro, per le quali rimandiamo alla lettura del volume stesso. In sintesi, il saggio “Come presentare una proposta editoriale”, scritto da Amalia Maria Amendola, rappresenta un’efficacissima opera di divulgazione, una sorta di bussola per orientarsi nel mare, spesso confuso e a volte tempestoso, della letteratura contemporanea e delle case editrici che ne decidono le sorti. Si tratta di un’opera dall’impatto sociale elevato, in quanto mira a valorizzare i tantissimi talenti, e conseguenti opere d’arte, che giacciono sepolti nei cassetti a causa della scarsa serietà degli editori, della poca conoscenza del mercato letterario degli autori, o della semplice sfortuna. Sicuramente è già una bella cosa che un’autrice salernitana dalla penna colta e precisa, come la Amendola, possa pubblicare saggi come questo.