I giovani e i quartieri di Salerno – II puntata (Rione Carmine)

http://img10.imageshack.us/img10/3113/chiesadelcarmine.jpgLa nostra inchiesta sui quartieri di Salerno, sulla loro vivibilità e sui servizi e le attrattive che offrono ai giovani, si occupa oggi del rione Carmine. Questa zona è chiamata così per la presenza, al suo interno, della Chiesa della Madonna del Carmine, una delle più note di Salerno: da tanti anni si celebra in città la ricorrenza della Madonna del Carmine, che cade il 16 luglio, e in quell’occasione dalla chiesa parte una delle processioni più lunghe (per tragitto) di Salerno, organizzata da un’antica Confraternita salernitana. La chiesa è oggi un santuario mariano, ovvero, secondo la chiesa cattolica, un luogo di concessione di grazie speciali. Il quartiere Carmine è uno dei più antichi di Salerno: è situato a ridosso del centro di Salerno (il suo inizio è la nota Piazza San Francesco), a nord confina con Fratte e a est con il rione Irno. Si estende a nord ovest fino al rione Calenda. L’arteria principale è la nota Via Carmine, ai cui lati stanno numerosi esercizi commerciali. Come si vive nel rione Carmine? Sicuramente la vicinanza col centro di Salerno e i numerosi negozi e servizi la rendono una zona molto appetibile: allo stesso tempo, però, la rendono molto trafficata, in particolare dalle tante auto, alcune delle quali spesso faticano a trovare parcheggio. Come vivono i giovani sul ‘Carmine’? Diciamo subito che in questo rione vi sono alcuni importanti e storici punti di riferimento. Il primo punto di riferimento, soprattutto per i ragazzi tra i sei e i venti anni, è l’oratorio dei Salesiani. Basta fare un piccolo sondaggio: se chiedete ai vostri amici, che abitano in quella zona, cosa facevano da ragazzini nelle ore pomeridiane, tre su quattro vi risponderanno che ‘andavano a giocare all’oratorio’. Presso l’oratorio della parrocchia dei Salesiani, infatti, i ragazzi giocano a calcio o a pallavolo, o fanno numerosi altri giochi; è una tradizione che nella nostra città va avanti da molti anni, precisamente dal 1954, quando fu creata a Salerno la parrocchia dei Salesiani. L’oratorio, per definizione del suo inventore, Don Giovanni Bosco, è il ponte tra la chiesa e la strada: con questo mezzo Don Bosco, nella Torino dell’Ottocento, recuperò dalla strada tantissimi giovani, spesso senza fissa dimora o sfruttati dai datori di lavoro (nonostante fossero minorenni) nelle nuove fabbriche. Ogni ragazzo, infatti, secondo il metodo dell’educazione preventiva di Don Bosco, ha il diritto di giocare, e attraverso gli oratori impara a stare con i propri coetanei, a divertirsi in maniera sana, a discernere (grazie agli educatori) tra il bene e il male e, infine, si avvicina alla fede cattolica. Acquisisce, in pratica, valori grandi, che saranno suoi per tutta la vita. Oltre all’oratorio, presso il rione Carmine è ubicato lo storico Stadio Vestuti, mitico teatro delle avventure sportive della Salernitana fino al 1990, anno in cui fu costruito l’Arechi. Generazioni di salernitani si sono succeduti sulle gradinate dell’impianto di piazza Casalbore, nell’affollatissima curva o nella piccola tribuna. E qualcuno riusciva a vedere le partite dei granata semplicemente affacciandosi dai balconi dei palazzi antistanti lo stadio.
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Si narra che, addirittura, alcuni facessero pagare un piccolo biglietto per consentire di affacciarsi ai propri balconi. Lo Stadio Vestuti, allora come oggi, è anche un centro sportivo in piena regola, dove è possibile fare vari sport: atletica leggera (nella pista che circonda il manto erboso), pallacanestro (nella palestra sita su via Paolo De Granita), pallavolo ed altri. Per i giovani sportivi salernitani, dunque, rimane un sito importante della città, anche senza le partite della Salernitana. Al rione Carmine è possibile fare sport, inoltre, presso le piscine dell’Onda nuoto e delle Medaglie d’oro, oltre che in numerose altre palestre private, e ancora presso i campetti del Dopolavoro ferroviario, in via Santissimi Martiri. Non mancano, inoltre, le strutture culturali: vi sono il Teatro Ridotto in Via Fabrizio Pinto, il Teatro del Giullare, presso via Vernieri, il teatro Nuovo, il Teatro delle Arti (che è anche cinema), il cinema Apollo, la biblioteca Provinciale: quest’ultima, sita in Via Valerio Laspro è fornitissima, e può essere utilizzata anche come semplice luogo silenzioso per studiare. A questo proposito, sul Carmine ci sono anche tantissime scuole: tra le altre il Liceo Ginnasio “Torquato Tasso” (ritenuta una delle dieci scuole più rinomate d’Italia), gli scientifici “Da Vinci” e “Da Procida”, il Liceo Artistico, la Scuola d’Arte, l’Istituto Alberghiero, gli istituti tecnici “Focaccia” e “Genovesi” (in quest’ultimo è ubicato un altro teatro molto ben tenuto) ed altre ancora. Sembra che stiamo parlando in maniera soltanto positiva di questo quartiere, quasi fosse una miniera di risorse straordinarie. In realtà, tali risorse appena elencate (soprattutto i teatri e la biblioteca) non sono conosciute a sufficienza dai salernitani, né frequentate come si potrebbe: questo vale sia per coloro che abitano in questo quartiere, che per tutti gli altri cittadini. E non è conosciuta come si dovrebbe l’opera di alcune importanti strutture sociali: una di queste è la Mensa San Francesco, sita in Via D’Avossa, accanto all’Istituto Salesiano, che ogni giorno serve 120 pasti caldi agli indigenti della nostra città. Si tratta di un’opera straordinaria, che tuttavia non sempre viene aiutata dai salernitani (la Mensa si regge esclusivamente sulle offerte dei privati cittadini). Inoltre, la sua presenza all’interno del quartiere genera, a volte, qualche incomprensione. Alcuni salernitani intolleranti, per non dire di peggio, si lamentano del continuo viavai di extracomunitari nel loro quartiere: gli stranieri semplicemente si recano a pranzo presso la Mensa, ma la loro semplice presenza risveglia dei pregiudizi. E’ vero che, talvolta, qualcuno di quegli stranieri all’uscita dalla Mensa (nella quale non si servono alcolici) estrae dalla borsa una propria bottiglia di vino e magari comincia a fare un po’ di chiasso, ma si tratta di una percentuale minima (lo 0,1% degli immigrati si comporta in questo modo) che non giustifica certamente le critiche intolleranti. Per costoro, basti l’esempio di una persona che sul Carmine ci ‘lavora’: stiamo parlando di Mustafà, immigrato maghrebino che da anni risiede a Salerno e che, sempre col sorriso sulle labbra e con grande gentilezza, vende fazzoletti di carta alle auto che si fermano ai semafori di Via Carmine. Mustafà è un esempio dei tanti immigrati pieni di valori che vivono a Salerno: su di lui anche il sindaco Vincenzo De Luca (altro abitante della zona) ha in passato espresso grandi elogi. In definitiva, il rione Carmine ha forti tradizioni, ma al contempo offre delle opportunità formative e di svago ai giovani. Tutto sta, probabilmente, a valorizzare le sue risorse a livello cittadino, e a creare, magari, degli eventi nuovi in questa zona (nettamente una zona di servizi, con poche attrattive turistiche), capaci di attrarre visitatori anche da fuori Salerno. Cosa ne pensate?

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