Il 4 luglio 2009 sarà inaugurata la mostra personale “Funamboli” di Marco Vecchio. Le opere presentate sono ispirate al celebre saggio sul funambolo di Genèt del 1957, e ritraggono una serie di acrobati nella solitudine degli spazi chiusi, pronti ad ergersi in volo in una danza “mortale e bianca”. Il funambolo brama il suo volo. Nello spazio cieco inventa il linguaggio dei segni e muta le costellazioni. Nei quadri ritorna sospeso, impalpabile, come sognato…
“…E’ un mistero fra i piu sconvolgenti: dopo un periodo luminoso, ogni artista attraverserà una sconfortante contrada, rischierà di perdere la ragione e la sua maestria. Se ne esce vittorioso…
I tuoi salti non esitare a considerarli come un branco di animali. In te, vivevano allo stato brado.
Sei pastore di un branco di animali prima turbolenti e stolti. I tuoi incantesimi li hanno resi mansueti e sapienti. Salti, piroette, capriole erano in te e non ne sapevano nulla, grazie ai tuoi incantesimi ora sanno di esistere e di essere te stesso che ti dai lustro…” Jean Genèt